Ecco il mio “sguardo di periferia” su come ho fatto a scendere dalla “giostra” degli schemi disfunzionali. Sono 9 le strategie che ho attuato. Vieni a scoprirle!

Salve!

Qui è la cycle-breaker di Sguardi di periferia che ti scrive.

Oggi voglio svelarti come ho fatto a rompere il “cerchio” col passato.

Mi sono servita di ben 9 strategie:

  1. indipendenza, in primis economica. Da quando avevo 15 anni ho sempre mirato a raggiungere l’indipendenza economica prima ancora che mentale per potermi allontanare dal luogo malsano che chiamo “cella d’origine”. Mi sono sempre conservata i soldi ricavati dai doposcuola che davo al vicinato, dalle altre esperienze lavorative avute (Costa Crociere, agenzia di viaggi, traduttrice freelance, ricevitrice del bancolotto di papà) e da qualche regalino che ricevevo dai familiari in occasioni di festa. Sono entrata di ruolo come insegnante appena dopo sposata, nel 2018, a seguito di percorsi universitari (laurea triennale e magistrale, TFA e concorso 2016) e di supplenze dall’a.s. 2015/2016. Il tutto pagando altissimi prezzi economici quanto emotivi, come riportato in questa lettera di Orizzonte Scuola;

  2. matrimonio con la persona adatta: ebbene sì, sposarmi con Michele, che tra l’altro è il mio primo amore insieme a Harry Potter, Il Signore degli Anelli e alle lingue straniere (soprattutto quelle germaniche), mi ha aiutata ulteriormente a emanciparmi dal “cerchio” malsano. Se avessi ricercato e voluto sposarmi con un partner narcisista o con cui comunque replicare gli schemi malsani di origine, ciò sarebbe stata una sconfitta per me, come persona e come donna femminista;

  3. allontanandomi dal posto malsano, fisicamente quanto emotivamente. Fino a febbraio 2023 io da single quanto da fidanzata e sposata con Mike e da gravida e madre del primogenito, insieme ci siamo sempre fatti carico dei problemi altrui mettendo da parte i nostri, di problemi. Abbiamo dato validità alle paturnie altrui più che alle nostre. Questo finché non mi sono rotta di passare per coppia senza problemi, spensierata e quant’altro: noi tutto siamo stati fuorché spensierati, anzi, proprio il metterci a disposizione per gli altri ci ha privati di quella leggerezza tipica di un fidanzamento e di un matrimonio felici. Ora sono lontana fisicamente quanto emotivamente dalla “cella d’origine” e legittimo tutto quanto di mio e di nostro è stato sempre messo da parte, taciuto, ignorato, invalidato, deriso, schernito, sottovalutato, dimenticato, non ricambiato. Ho impiegato più tempo ad allontanarmi dal punto di vista delle emozioni perché in fondo al cuore speravo sempre che, prima o poi, dopo aver tanto dato, finalmente avrei e avremmo avuto quel riconoscimento, quell’approvazione, quello spazio tanto agognati. E invece no, ecco perché ho deciso di trasferire questi bisogni dall’esterno verso l’interno;

  4. informandomi. C’è poco da fare: “la conoscenza è potere”. Non smetterò mai di ringraziare le mie fonti principali di informazione quali Caro di @narcistop, Danîsh di @narcabusecoach e Adriana di @letsgetyourshifttogether per il loro splendido lavoro svolto con devozione, competenze e professionalità. Mi avete salvato la vita, non immaginate nemmeno quanto! A loro aggiungo un contatto Instagram in cui mi sono imbattuta da poco ma che parla della mia situazione in un modo così preciso da non crederci: Sian di @breakthecycle_coaching .

  5. difendendomi anche tramite il low e zero/no contact. Queste due strategie vanno applicate nei confronti sia della persona sia della situazione, ma posso dire per esperienza che tagliare i ponti con qualcunə è più facile che uscire dal contesto. Un conto è, infatti, bloccare sui social e sul telefonino chi ha causato tanti traumi e non volerlə vedere né sentire più (e pure in questo caso scattano strategie da parte loro da cui difendersi, come scritto nel precedente post); tutt’altro paio di maniche è riuscire a distaccarsi completamente dalla serie di aspettative non realizzate, di parole e azioni agite contro di noi e di ciò che, invece, non è stato agito per il nostro benessere. Questi tipi di traumi non scompaiono da un giorno all’altro (MAGARI fosse così!): ci vuole molto tempo per elaborare il lutto da rapporto malsano;

  6. focalizzando su di me. Se c’è una cosa per cui sono infinitamente grata alla seconda gravidanza è proprio per aver fatto da vero spartiacque tra passato e presente. Sarà che è arrivata “di contropiede”, senza dover ricorrere di nuovo alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), sarà che verso il quarto mese sono riuscita a ottenere l’astensione anticipata, sarà che da marzo 2023 mio marito è disoccupato, sono riuscita più del solito a concentrarmi su di me, sulla mia “creatura di carta” (il romanzo Lo sguardo di Siria, la vita di Rosa), sulle mie aspettative e sui miei bisogni, anche religiosi. Focalizzare la propria attenzione su di sé è un’ottima strategia per evitare di farsi inglobare e risucchiare l’anima da chi vuole il proprio bene a discapito nostro;

  7. realizzando i miei obiettivi senza le persone del “cerchio” malsano. Ripeto in breve quanto scritto già nel post precedente: quanto è bello poter raggiungere i miei traguardi senza occhi addosso, senza invidia, senza bastoni tra le ruote;

  8. celebrando i miei successi a prescindere da ciò che loro hanno detto, fatto, non agito. La mia approvazione è più che sufficiente, non ho bisogno di loro per poter godere dei traguardi raggiunti e di altri che devo e voglio ancora raggiungere. Il fuoco dentro me divampa, chi mi ferma più?!

  9. Disinnescando. Quando riesci ad andare oltre le parole, le azioni, i pensieri e le omissioni altrui, quando disinneschi, ossia quando attui la tattica della “pietra grigia”, sei padronə di te stessə… e non c’è traguardo più bello!

Per attuare tutte queste strategie ho avuto bisogno di tempo, spazio interiore, pazienza, costanza, fiducia nelle mie capacità nonostante il male ricevuto. Sono tutte abilità che vanno allenate ogni giorno, come quando si va in palestra per restare in forma.

Che ne pensi di queste strategie?

Ne hai attuate già qualcuna?

Quali già conoscevi? Quali, invece, no?

Fammelo sapere in un commento!

Grazie per aver letto il Substack di “Sguardi di periferia”. Questo post è pubblico, quindi prenditi la libertà di condividerlo.

Share

2 risposte a “Come ho fatto a rompere il "cerchio"? Ecco le mie 9 strategie!”

  1. Avatar Imma Miceli
    Imma Miceli

    Per attuare tutte queste strategie insieme in primis c’è bisogno di una mente molto fertile (come la tua). Purtroppo non tutti hanno questi strumenti mentali da poter utilizzare al fine di stare bene con se stessi. Inoltre, credo ci voglia anche una buona percentuale di coraggio, il coraggio di intraprendere un nuovo percorso di vita! Certo, avere una persona che parla apertamente dei propri problemi e di come li ha superati, aiuterà tantissimo chi si trova in situazioni simili e darà una gran forza a chi si sente sola/o o incompresa/o! Grazie per aiutare a vedere le cose da orizzonti differenti e di mettere su un piatto d argento soluzioni utili.

    "Mi piace"

  2. Avatar robertafivisone
    robertafivisone

    Ti ringrazio di cuore per la tua risposta e per la vicinanza che mai do per scontato. Sì, condivido a pieno il tuo ragionamento: ci vuole tanto coraggio per uscire da situazioni difficili e prima ancora per ammettere la propria parte di responsabilità (e qui mi rifaccio pure al tuo discorso sulla mente fertile) e cercare strumenti e fonti che possano aiutare a districare nodi interiori.
    Per fortuna oggigiorno questi strumenti e queste fonti sono sempre più diffuse: era impensabile un tempo mettere in discussione l’autorità genitoriale e non anche tramite documenti, studi e quant’altro di ricercato, sviluppato e divulgato da persone specializzate. Oggi, invece, è tutto a portata di un click.

    Ne approfitto per precisare che il percorso condiviso qui e altrove non è affatto lineare, ma ne vale la pena. Fino a un paio di anni fa non mi sarei immaginata di riuscire ad agire con “freddezza” (la “pietra grigia” di cui nel post) in situazioni che di solito hanno sempre innescato in me la necessità di reagire, di dire per forza la mia pur sapendo che quel che avevo da dire sarebbe stato manipolato, frainteso e altro.
    Oggi, invece, sono fiera di quanto ho raggiunto finora, perché ne va del benessere mio e delle persone a me care.

    Un caro abbraccio!
    Spero di vederti presto insieme alla tua famiglia!

    "Mi piace"

Lascia un commento

Progetta un sito come questo con WordPress.com
Comincia ora